Sei la Musa
l’arrivo e la partenza
il desiderio insaziabile
acqua e fuoco
movimento incessante
la pace
Cosa ti piace? Viaggiare. Tra il dire e il fare? Il mare
Sei la Musa
l’arrivo e la partenza
il desiderio insaziabile
acqua e fuoco
movimento incessante
la pace
L’orizzonte sul mare è uno dei soggetti che preferisco perché vi leggo l’infinito. Non è possibile tracciare una fine e un inizio, e, osservando con calma e intensamente, la visione si amplia sempre più.
L’orizzonte mi dà il senso dell’oltre, e mi suggerisce che in tutte le cose c’è sempre qualcosa al di là.
Sono poi gli elementi che lo limitano a esaltarne la bellezza e la potenza. Persone , elementi naturali, barche, non solo lo riempiono di vita, ma sono dei confini che ne mostrano ancora di più la profondità.
Ce l’ha insegnato Leopardi con L’infinito, e continua a essere così ogni volta che lo guardo e non posso fare a meno di ritrarlo.
Questa foto è stata scattata esattamente un anno fa a Baleal, un luogo meraviglioso in cui gli amanti degli orizzonti sul mare possono appagare lo sguardo nutrire il proprio bisogno di bellezza. Baleal è uno dei posti che ho visitato in cui ho avvertito forte la libertà.
Ascoltando Ti è mai successo, Negramaro. La parte sul mare, nella seconda strofa, è un planare della musica a pelo d’acqua.
Quando fotografo non penso. Guardare e scattare si fondono in un’unica, fulminea, azione. Se riguardo le foto a caldo non mi piacciono, le scarterei tutte. Poi passa del tempo e la percezione cambia. Le foto iniziano a distaccarsi da me, ad essere autonome e a raccontarmi delle storie.
L’immagine dell’articolo è stata scattata un anno fa su una spiaggia del Portogallo. Ricordo perfettamente quel pomeriggio: avevo camminato tantissimo abbagliata dal sole, incantata dalla voce forte dell’oceano, mangiando tonnellate di libertà.
Fino a oggi era nella cartella dele foto mute e insapore. Ora invece la guardo e mi mostra una strada tra le rocce e il mare, da percorre insieme a qualcuno, ma il cui arrivo è tutto da scoprire, ancora avvolto nel segreto.
Con me e il mio archivio oggi c’è Ivano Fossati, Ho sognato una strada
Osservare gli alberi è sempre una grande risorsa. Questo è uno Screw Pine, un pino australiano; ho scattato la foto in una baia del Queensland qualche mese fa. Mi avevano colpito le sue radici, così forti ed evidenti. In questo tempo di panico collettivo, in cui la paura di quello che potrebbe essere prevale nettamente su tutto quello che c’è, c’è un’urgenza di sentire le nostre radici, di riprendere contatto con una visione più semplice, naturale, più autenticamente nostra della realtà. Un grande uomo, Giorgio Gaber, diceva che basterebbe pochissimo per sviluppare una nuova coscienza: “ Basterebbe smettere di piagnucolare, criticare, affermare, fare il tifo, e leggere i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente. Rendersi conto che anche l’uomo più mediocre, diventa geniale se guarda il mondo con i suoi occhi”
Auguro a tutti questo, di ritrovare i propri occhi perché hanno colori dentro che forse nemmeno abbiamo mai notato.