La pioggia e l’arcobaleno

Dopo un lungo periodo di battaglie, che videro boschi bruciati e case scoperchiate, finalmente la guerra finì. Si esaurì da sola, sgonfiandosi come un pallone bucato.

La gente scese per strada impaurita , a piccoli e lenti passi, e cominciò sommessamente a parlare, e poi a ridere. Si presero tutti per mano e iniziarono a cantare. Si sentivano persi, ma una sottile euforia , un po’ confusionale, si stava insinuando in loro.

Videro un angelo arrivare dal cielo e posarsi sul pallone gigante ormai sgonfio, al centro della piazza della città. L’angelo era fiero e fulgente, di una bellezza unica, che da molto tempo non vedevano più. Non parlò, ma guardo tutti gli uomini e le donne profondamente e sorridendo da dentro.

Tutti in quell’istante erano in silenzio e comunicavano tra loro contemporaneamente.

L’angelo riprese il suo volo e mentre sbatteva le ali , iniziò una pioggia leggera e piacevole. Le persone non corsero via ma aprirono le mani e le braccia al cielo e ne godettero, ridendo e giocando. Famiglie, sconosciuti, animali si lasciavano lavare il capo, i volti, le mani da quell’acqua miracolosa.

D’improvviso, l’arcobaleno. Le persone guardarono il cielo e salutarono l’angelo ormai lontano cantando insieme Somewhere Over The Rainbow.

[ Un arcobaleno stupendo è arrivato fuori dalla mia finestra terminate queste parole].

L’orizzonte è sempre al di là

L’orizzonte sul mare è uno dei soggetti che preferisco perché vi leggo l’infinito. Non è possibile tracciare una fine e un inizio, e, osservando con calma e intensamente, la visione si amplia sempre più.

L’orizzonte mi dà il senso dell’oltre, e mi suggerisce che in tutte le cose c’è sempre qualcosa al di là. 

Sono poi gli elementi che lo limitano a esaltarne la bellezza e la potenza. Persone , elementi naturali, barche, non solo lo riempiono di vita, ma sono dei confini che ne mostrano ancora di più la profondità.

Ce l’ha insegnato Leopardi con L’infinito, e continua a essere così ogni volta che lo guardo e non posso fare a meno di ritrarlo.

Questa foto è stata scattata esattamente un anno fa a Baleal, un luogo meraviglioso in cui gli amanti degli orizzonti sul mare possono appagare lo sguardo nutrire il proprio bisogno di bellezza.  Baleal è uno dei posti che ho visitato in cui ho avvertito forte la libertà.

Ascoltando Ti è mai successo, Negramaro. La parte sul mare, nella seconda strofa, è un planare della musica a pelo d’acqua.

Le radici di noi

La Natura ci protegge e ci indica la via

La Natura ci protegge e ci indica la via

Osservare gli alberi è sempre una grande risorsa. Questo è uno Screw Pine, un pino australiano; ho scattato la foto in una baia del Queensland qualche mese fa. Mi avevano colpito le sue radici, così forti ed evidenti. In questo tempo di panico collettivo, in cui la paura di quello che potrebbe essere prevale nettamente su tutto quello che c’è,  c’è un’urgenza di sentire le nostre radici, di riprendere contatto con una visione più semplice, naturale, più autenticamente nostra della realtà. Un grande uomo, Giorgio Gaber, diceva che basterebbe pochissimo per sviluppare una nuova coscienza: “ Basterebbe smettere di piagnucolare, criticare, affermare, fare il tifo, e leggere i giornali. Essere certi solo di ciò che noi viviamo direttamente. Rendersi conto che anche l’uomo più mediocre, diventa geniale se guarda il mondo con i suoi occhi”

Auguro a tutti questo, di ritrovare i propri occhi perché hanno colori dentro che forse nemmeno abbiamo mai notato.