La pioggia e l’arcobaleno

Dopo un lungo periodo di battaglie, che videro boschi bruciati e case scoperchiate, finalmente la guerra finì. Si esaurì da sola, sgonfiandosi come un pallone bucato.

La gente scese per strada impaurita , a piccoli e lenti passi, e cominciò sommessamente a parlare, e poi a ridere. Si presero tutti per mano e iniziarono a cantare. Si sentivano persi, ma una sottile euforia , un po’ confusionale, si stava insinuando in loro.

Videro un angelo arrivare dal cielo e posarsi sul pallone gigante ormai sgonfio, al centro della piazza della città. L’angelo era fiero e fulgente, di una bellezza unica, che da molto tempo non vedevano più. Non parlò, ma guardo tutti gli uomini e le donne profondamente e sorridendo da dentro.

Tutti in quell’istante erano in silenzio e comunicavano tra loro contemporaneamente.

L’angelo riprese il suo volo e mentre sbatteva le ali , iniziò una pioggia leggera e piacevole. Le persone non corsero via ma aprirono le mani e le braccia al cielo e ne godettero, ridendo e giocando. Famiglie, sconosciuti, animali si lasciavano lavare il capo, i volti, le mani da quell’acqua miracolosa.

D’improvviso, l’arcobaleno. Le persone guardarono il cielo e salutarono l’angelo ormai lontano cantando insieme Somewhere Over The Rainbow.

[ Un arcobaleno stupendo è arrivato fuori dalla mia finestra terminate queste parole].

L’amore ai tempi del co****

Il titolo di questo post , come molti articoli di questi giorni, fa l’eco a quello di un meraviglioso romanzo di Gabriel Garcia Marquez, ” L’amore ai tempi del colera“.  In questo titolo colera è sintomo di tempesta, avversità, passaggio difficile. Il protagonista, Florentino Ariza,   vive ai tempi della diffusione nei Caraibi della malattia, ma questa sarà solo una delle prove che dovrà attraversare per abbracciare completamente la propria felicità e la donna che da sempre ama.

L’elemento più rivoluzionario del romanzo è la fede con cui Florentino vive i propri sentimenti. Si fida del proprio cuore, senza mai dubitare. Oggi sono spesso la velocità, il sensazionalismo e l’urgenza a prenderci la mano e a governare le nostre giornate.  Ai tempi del Co_Vid,  in cui il martellamento mediatico è incessante e ad altissimo volume, in cui ci viene chiesto di essere terrorizzati per un ipotetico nemico esterno, guardo Florentino. Mi voglio fidare come lui del cuore, della sua gentilezza, del suo esserci sempre, del battito regolare. Lì c’è un luogo sicuro, che nessuno può violare, dove risiede l’amore per noi stessi e per i nostri sogni.

E mai come in questi giorni, vivere Adesso

Il primo passo, grazie

 

Questo è il primo post del blog. 

Normalmente i ringraziamenti si lasciano alla fine di un’opera, dopo gli applausi o nell’appendice. 

Io vorrei invece ringraziare ora, all’inizio di questo blog,  tutte le persone e le cose che mi hanno permesso di essere  qui oggi a scrivere queste righe.

I poeti in passato invocavano la Musa di turno perché li guidasse nella composizione della loro opera.  Probabilmente era una preghiera che li aiutava a rimanere connessi con la propria scintilla divina e a non perdere di vista, nella fatica della scrittura, la luce dell’ispirazione. Il digitale e il web hanno cambiato la forma dello scrivere ma non la sua fonte. Per questo voglio iniziare proprio con un ringraziamento, perché qualcosa mi ha spinto a realizzare  il desiderio di creare questo spazio. Vorrei che questa luce, fatta di sogni e dell’affetto di persone care, rimanesse nel tempo con me e mi aiutasse a svelare la mia narrazione. 

Ho una vita prismatica, con tante facce, ognuna con un proprio riflesso. Sono una fotografa e un’insegnante di Lettere. So di avere innumerevoli difetti, soprattutto nel lato pratico della vita. Pero’ c’e’ una di quelle facce che lucido spesso e che mi piacerebbe condividere: credo che la vita sia un’esperienza densa, complessa, sfuggente, affascinante. Ogni incontro e qualunque giornata sono per me matrici di vite intere, inesauribili fonti di ispirazione, contenitori fantastici di storie interessanti. In un’epoca in cui ‘tutto e subito’,’ cotto e mangiato’ e ‘condividi’, il mio desiderio e’ raccontare piccole scintille di vita vissute in profondità. Credo che il tesoro più grande che possiamo avere non consista nella quantità di momenti collezionati, ma della qualità di ogni singolo momento, consapevoli che nella sua unicità contiene la nostra firma.

G R A Z  I E